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Impertinente e indisponente tricolore dallo sguardo pitonesco, la gatta Birba è una collaboratrice autonoma di Officina Libraria, nel senso che decide sempre lei come, quando e perché (in genere perché ha fame) entrare o uscire dalla casa editrice. E non solo, anche le mura della sua casa accogliente, che divide con Padamu, sono troppo strette per contenere il suo spirito libero: per ritrarla dal vero, ora per ora, in una delle sue giornate esemplari, Jack Tow ha inseguito l'intraprendente esploratrice nelle sue scorribande notturne e l'ha stanata nei suoi nascondigli diurni, fermandone con il suo segno sferzante le espressioni più tipiche e penetranti. Ogni situazione, colta da colori accesi e intensi come la sua personalità, è commentata da una considerazione di Birba, tradotta dal Miao da Paola Gallerani che, grazie alla sua profonda conoscenza di questo articolato idioma, e della gatta, ha potuto condensarne irriverenza e spudoratezza. Questa raccolta scandita nel tempo, si configura come un piccolo pamphlet di pensiero libertino, corrispondendo in pieno a quanto affermato, sotto diverso segno, da Martin Luther King: «la mia libertà comincia dove finisce la vostra».